venerdì 14 marzo 2014

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Mense in autogestione: resoconto dal Consiglio d'Istituto del 12/03/2014

MENSE IN AUTOGESTIONE: I GENITORI MOROSI ALLA BASE DELLA POLITICA SCELLERATA ATTUATA DALLA GIUNTA ALEMANNO A DANNO DELLE MENSE IN AUTOGESTIONE..... DIO LI FA ED IL DIAVOLO LI ACCOPPIA.
resoconto dal consiglio d'istituto del 12/03/2014

La Presidente del Consiglio riassume la situazione in cui si trova la scuola con la chiusura del bilancio della mensa (passata gestione) a seguito della esecuzione scellerata, da parte dell’Ufficio Refezione Scolastica del Municipio III, della Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma concernete la Refezione scolastica nella forma autogestita.
Con tale esecuzione il suddetto Ufficio ha mancato di erogare alla Scuola la somma di ben 26.888,07 € (pure arrotondata a 27.000,00!!!) per pasti mensa effettivamente resi dalla Scuola stessa, e dovuti alla Scuola stessa come quota-parte dell’Amministrazione pubblica al funzionamento del servizio mensa, giustificando tale atto con il fatto che la scuola nella quota parte pagata dai genitori mancate entrate per una somma analoga (informazione di cui il suddetto Ufficio si era preventivamente accertato chiedendone informazione alla scuola). Si tratta di una vera e propria ingerenza contro il principio dell’autogestione della mensa. Così l’Ufficio è entrato nelle finanze “private” della Scuola ledendone i principi di Autonomia.

Nadia Battisti aggiunge che invece che ingegnarsi a trovare con la Scuola soluzioni attuabili di recupero crediti, detto Ufficio ha messo in atto di fatto un fare da sciacalli: la Scuola è così gabbata due volte, dai genitori morosi, e dall’Ufficio Refezione Scolastica del Municipio III che si fa moroso in nome della morosità dei genitori. Le morosità che la Mensa ha maturato sono solamente per la quota parte dei genitori, e sempre su pasti effettivamente erogati. Secondo quale principio di buona amministrazione pubblica, suddetto Ufficio, può sostenere l’attuazione della Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma (sui passi della quale già altri Municipi hanno fatto un passo indietro o si sono rifiutati di applicare), se la Scuola ha morosità da parte dei genitori allora anche l’Ufficio si fa moroso nei confronti della Scuola? Perché, di fatto, di questo si tratta. E’ chiaro che si chiede, dunque implicitamente, alla Scuola di andare a coprire con tutti i propri residui mensa e se non basta anche con proprie altre finanze, sia le morosità dei genitori che quelle dell’Amministrazione pubblica che puerilmente rivendica un qualche diritto alla propria morosità sulla base del fatto che anche i genitori sono morosi nei confronti della Scuola. Oltre il danno la beffa, dice il proverbio.
La Presidente ricorda che i residui mensa sono somme che la Scuola riscuote dai genitori. Essi si maturano, di anno in anno, a seguito delle assenze dagli alunni da Scuola, assenze che non consentono agli stessi di fruire di tutti i pasti che di fatto sono stati pagati. Perché mai il Comune di Roma abbia dovuto rivendicare una qualche forma di diritto su questi soldi? Si rammenta che il principio della autogestione della ristorazione scolastica si basa proprio sul fatto che dette somme vengono lasciate alla autogestione appunto della Scuola. E’ vero che vengono lasciate con la motivazione che con essere il Comune intende sostenere la realizzazione diretta da parte della Scuola di progetti manutentivi/didattici/educativi, e che deve essere considerata problematica la farraginosità e talvolta inefficacia con sui la Scuola può intervenire contro le morosità, in quanto i genitori così sottraggono alla comunità soldi destinati ai progetti di cui sopra. Ma non è accettabile che la soluzione scelta per incidere su questo problema, di cui chiaramente la Scuola è già vittima, il suddetto Ufficio abbia deciso di eseguire, in danno alla Scuola, la Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma sottraendo ad essa una somma equivalente a quella delle morosità. Se si voleva affossare la ristorazione scolastica in autogestione si poteva/doveva scriverlo a chiare lettere e prendersene chiaramente la responsabilità e non farlo nel solito politichese vecchia maniera.
Marzia Maccaroni, tra l’altro, sottolinea come in questo caso la parte Amministrativa del Municipio III sia agendo in sostanziale mancanza di sintonia con la parte politica. Quest’ultima, infatti, a partire dal Presidente del Municipio III ha da subito appoggiato la richiesta delle Scuole di vedersi  finalmente erogate le quote spettanti per la refezione scolastica da parte del suddetto Ufficio, in  quanto trattasi di somme dovute per servizi effettivamente resi da parte della Scuola.
Marzia Maccaroni comunica che come Presidente della Commissione Scuola del Municipio III ha lavorato per portare la questione in Consiglio Municipale e deliberare una marcia indietro sull’accaduto. Già il 28 febbraio scorso ha presentato una risoluzione, poi sottoscritta anche da altri consiglieri, per “dare mandato al direttore del municipio per provvedere all’immediata restituzione delle quote contributive trattenute ad ogni scuola con refezione scolastica in autogestione”. Questo  atto sarà discusso in consiglio municipale, non appena sarà calendarizzato, dalla conferenza dei capigruppo. Un ritardo quello accumulato fino ad ora per consentire al direttore del municipio di ottenere un’interpretazione autentica della delibera n. 42 di Roma Capitale che prevede che i residui mensa rimangano nella disponibilità della scuola, che previa delibera del consiglio d’Istituto, può utilizzarli per la realizzazione di specifici progetti.
Da consigliere del Consiglio del Municipio III, Marzia Maccaroni conferma come il bieco atto faccia pagare a quei genitori realmente paganti la mensa 4 volte: 1. perché pagano anche per i genitori morosi; 2. perché pagano anche per l’amministrazione morosa; 3. perché hanno già pagato con le tasse con cui di fatto l’amministrazione municipale è tenuta al pagamento della sua quota parte; 4. perché hanno già pagato con le tasse con cui la Scuola dovrebbe in caso andare a tappare eventuali buchi così cagionati nel bilancio della mensa della Scuola da parte dell’amministrazione pubblica municipale. Allo stesso tempo cagiona, agli stessi genitori, un danno, privandoli della possibilità di fruire dei progetti che la medesima Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma, tanto dice di voler sostenere.
Nadia Battisti sottolinea quanto in questa Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma la mano destra voglia far finta, di proposito, di non sapere cosa sta facendo la mano sinistra e chi l’ha eseguita nei termini suddetti (speriamo a questo punto più per ignoranza più che per astuzia) si è fatto complice di una politica scellerata. Persistendo in questa direzione l’amministrazione si macchierebbe di uno scempio e di uno sciacallaggio verso la Scuola e in ultimo verso i suoi alunni (bambini e ragazzi dai 2 ai 13 anni!).
I consiglieri presenti sono tutti in sostanziale sintonia con queste dichiarazioni.
Il Dirigente Scolastico informa che ora sempre dall’Ufficio Refezione Scolastica del Municipio III chiede addirittura alla Scuola come essa abbia impegnato i Fondi dei residui mensa e la Scuola deve dare una risposta.
Nadia Battisti sottolinea come la beffa continui. Ricorda, infatti, che i residui mensa della Scuola, come emerso in seduta di approvazione del programma annuale 2014, detratta la somma delle morosità dei genitori, per l’anno passato, ammonta ad Euro 19.500,34. Ma, qualora il Municipio III si ostini a non pagare la Scuola, la Scuola stessa si vedrà costretta a doverli utilizzare non per i progetti manutentivi/didattici/educativi, bensì per saldare il proprio debito con la Serenissima. Ricorda, infatti, che il Comune versa la propria quota parte alla Scuola, e con questa la Scuola non fa altro che pagarci il servizio reso dalla Ditta che ha in appalto la mensa. Fa notare tra l’altro che ammontando a questo punto il debito della scuola nei confronti della Ditta ad 27.000 Euro, pari a quanto dovuto alla Scuola dal Comune, i fondi dei residui mensa non sarebbero sufficienti e la Scuola entro questa logica perversa dovrebbe pagare di tasca propria la differenza … già, ma con quali fondi a questo punto??? Quelli che riceve dal Ministero dell’Istruzione per la gestione ordinaria?
A questo punto il Dirigente Scolastico fa presente che il Consiglio d’Istituto dovrebbe deliberare per un congelamento dell’importo dei residui mensa.
Nadia Battisti delucida che il meccanismo messo in atto dalla Delibera n. 42/2009 del Comune di Roma, con la cieca esecuzione della stessa, è tale per cui la Scuola, per vedersi riconosciuto l’uso ai residui mensa, deve dichiarare, all’Ufficio Refezione Scolastica del Municipio III, in quali progetti intenda impegnarli, questo ora sta chiedendo l’Ufficio alla Scuola. Qualora la Scuola non lo faccia l’amministrazione municipale potrebbe addirittura decurtare alla Scuola anche questa somma, in un delirio senza fine. Ma la scuola ha ora le mani legate, come fa a impegnare per progetti manutentivi/didattici/educativi una somma che se continua questa politica, dovrebbero essere utilizzati piuttosto per coprire un buco di bilancio che di fatto l’amministrazione municipale stessa ha cagionato alla mensa?
A questo punto la Presidente del Consiglio pone in votazione una delibera avente ad oggetto il congelamento di detti residui mensa, altrimenti destinati a progetti manutentivi/didattici/educativi, a seguito della decurtazione di Euro 27.000 da parte dell’Ufficio Refezione Scolastica del III Municipio del Comune di Roma.
La Delibera con n. 45/2014 è approvata all’unanimità.
I genitori del consiglio si dicono intenzionati a promuovere un ricorso al TAR.
Nadia (Presidente del CdI)

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