lunedì 18 febbraio 2013

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Resoconto del CdI (13.02.2013)

Di seguito pubblichiamo una sintesi di quanto discusso il 13 febbraio scorso nell'ultima seduta del CdI.

6 commenti:

  1. cari e care, grazie come sempre per il lavoro fatto. volevo solo esprimere la mia perplessità di fronte alla suddivisione per plessi del contributo volontario. come ben sapete la questione è delicata, e io continuo a pensare che le motivazioni per non pagarlo sono tante e tutte degne di considerazione. ma comunque sono scelte dei genitori e fin'ora era valso proprio il principio che queste scelte non ricadessero sui bambini. secondo me la suddivisione per plessi è fittizia (perché non suddividere per classi allora? etc.), e nasconde la voglia, implicita nelle motivazioni, di far fare le attività solo a chi paga, cosa di cui sono fermamente contraria. è come se ad un bambino, i cui genitori non si possono permettere di comprare i pennarelli, non fosse permesso di colorare con quelli comprati da altri. assurdo. la verità è che il contributo volontario è uno strumento molto contraddittorio e solleva forti dubbi che mai andrebbero tacciati come ideologici (come ho sentito spesso dire) e che non tenere conto di questo o cercare escamotage organizzativi rende il tutto solo più difficile e mette le persone una contro l'altra invece di renderle solidali e unite.
    grazie
    stefania

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  2. Le osservazioni di Stefania le trovo appropriate. E vorrei descrivere un'altra situazione che si è venuta a creare (e che forse non tutti sanno).
    Quest'anno solo 5 classi in tutto l'istituto non faranno musica perchè il Contributo è stato suddiviso "equamente" senza considerare che alcune classi "fortunate" avrebbero beneficiato anche di alcune lezioni offerte dal Miur.
    In una di queste 5 classi "sfigate" c'è mia figlia, che farà solo motoria, mentre in una delle classi "fortunate" c'è mio figlio, che farà motoria con lo specialista CONI e musica con lo strumentario Orff.
    Vi sembra equo tutto ciò?
    I soliti a rimetterci sono i bambini.

    Con questo mio intervento vorrei sollecitare la nostra componente genitori che ci rappresenta in CdI (e che io ho votato) a far valere i diritti dei nostri figli, che siano equi per tutti e senza alcuna discriminazione.
    La divisione del Contributo Volontario, così come è stata fatta quest'anno, è stata matematicamente equa, ma con un risultato ingiusto per 5 classi, e questo non va assolutamente bene.

    Inoltre, credo che la trasparenza che ha mostrato la nostra componente genitori è lodevole, mentre quella della "Scuola" è a dir poco insoddisfacente.
    Se non ci foste voi a scrivere sul Blog saremmo in una nuvola di ignoranza, e questo andrebbe fatto notare alla Direzione Scolastica. Se ci mandano un avviso sul diario che la scuola chiude per 3 giorni, possono anche mandarci altre comunicazioni non meno importanti.
    Se lo stesso Contributo Volontario venisse "pubblicizzato" anche con la faccia della DS forse assumerebbe un aspetto più "ufficiale" per alcuni genitori, mentre sembra che la ella stessa voglia tenere le distanze da questo ottimo strumento che potrebbe ampliare l'offerta formativa, se solo fosse tenuto in mano da una persona competente ed interessata affinchè esso funzioni al meglio.
    saluti,
    Anna R.(IIC e IIIA)

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  3. Vorrei chiedere un chiarimento relativo alla spesa sostenuta dalla scuola per la pubblicazione del bando di gara per la mensa. Avevo inteso che l'ente appaltante fosse il comune di Roma e che quindi i costi di pubblicazione fossero a carico di quest'ultimo.
    Quanto al contributo volontario - precisato che io sono una di quelli non certo a favore - molto dovrebbe essere fatto anche dal corpo docente, che dovrebbe - a mio avviso - farsi portavoce di proposte ponderate, articolate e possibilmente nuove. L'ampliamento formativo può riguardare anche un solo ambito (giardinaggio, danze tradizionali, teatro, coro ecc ecc) ma deve essere fatta comprendere ai genitori l'opportunità ed il progetto che ne sta alla base. Saluti, Grazia Lupo

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  4. Intanto grazie per tutti ci commenti. Nella scuola le idee sono una pluralità e al cdi si cerca di farne una sintesi, almeno di quelle che ci arrivano.
    Sul contributo troppo spesso abbiamo sentito genitori che si sono disincentivati nel sostenerlo perché, altri non pagavano, e purtroppo il vero problema non è la mancanza di soldi. Perché stiamo parlando di 35 euro l'anno.
    Propongo di vedere che sa una parte ci sono le regole e dall'altra le culture. Qui sembra che l'egualitarismo non porti a molto purtroppo.
    Ad ogni modo, i genitori del CdI non hanno firmato con il sangue la scelta di quest'anno, che vuole essere anche un modo per monitorare una situazione.
    E' chiaro che il primo e più sostanzioso problema qui è il rapporto tra le famiglie è il corpo docente, ma la componente genitori del cdi, può solo sollecitare, e questo viene fatto ad ogni occasione, di certo non si può sostituire. La politica che dobbiamo difendere i bambini dai genitori, e si dovrebbe dire anche dai docenti, non mi convince molto.
    Personalmente da quando partecipavo come uditrice al CdI con l'esigenza, intanto personale, di capirci qualcosa mi sono sempre battuta per l'informazione. Il frutto sono stati i volantini informativi che oggi molti di voi conoscono. Allo scorso CdI ho anche invitato la Dirigente a fare una nota per tutte le famiglie di resoconto di quanto si farà per quest'anno e di promozione e invito a fare di più per l'anno prossimo.
    Per il resto io rispetto chi è ideologicamente contrario, i quali però poi dovrebbero chiedere anche l'astensione dei propri figli da quelle attività che altri hanno desiderato! Ovviamente esaspero il concetto ....
    Sulla storia che ci vanno di mezzo i figli, penso che se esiste una patria e "matria" potestà in questo paese questa consiste anche nel fatto che i genitori hanno il diritto di passare i propri orientamenti culturali ai figli. Non leggerei la cosa solo come privazione.
    Purtroppo ho conosciuto tanti genitori che 30 euro al mese per attività fuori dalla scuola le pagano, ma 35 euro alla scuola non le hanno date e si sono nascoste dietro un dito.
    Il punto principale che non si riesce a smontare è la diffidenza verso quello che non tocco con mano. Alla fine il rischio è che chi non diffida si stufi di pagare per questa cultura. Poi è chiaro come in tutte le cose c'è anche il puro e semplice menefreghismo.
    Dall'altro lato forse si capiranno meglio dove stanno nella scuola le "sacche" di indifferenza e si potranno fare azioni più mirate. Senza questa decisione del CdI nessuno sarebbe stato autorizzato a spendere del tempo per fare questo monitoraggio più capillare.
    Va detto che i bambini sono felici e soddisfatti di quelle attività che con il contributo economico delle famiglie vendono fatte e questo è il solo punto che i genitori e gli insegnanti dovrebbero tenere a mente. Lasciamo pure passere per la motoria, ma pensate alla musica e all'inglese. Se tutti pagassero tutte le classi potrebbero fare due tra le tre attività, e ci sarebbe anche spazio per chi d'avvero non ha soldi, che non nego ci siano, ma su questo ci sono gli isee che parlano.

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    1. Anche io penso che la felicità e la soddisfazione dei bambini devono essere la cartina al tornasole delle nostre scelte. Ed è proprio per questo che non ho versato il contributo. Non per diffidenza bensì per rifiuto di svolgere passivamente sempre le stesse attività stancamente riproposte anno dopo anno, senza entusiasmo.
      Sono in questa scuola da oltre 10 anni e lungo questo tempo, prima a pagamento e poi per mezzo del contributo raccolto, la proposta è stata sempre la medesima: musica (CDM), attività motoria e inglese. Senza entrare nel merito della scelta degli esperti esterni - anche qui, correggetemi se sbaglio, sempre gli stessi -, mi chiedo a cosa serve fare 2 ore di una cosa, 1 di un’altra e 1 di un’altra ancora. E magari per un solo breve periodo dell’anno scolastico: l’anno scorso la classe di mia figlia si è aggiudicata se non ricordo male 4 o 5 lezioni di musica.
      Sono utili? Sono efficaci? Diplomaticamente affermo che ho molti dubbi.
      E’ per questo che io chiedo alle maestre di fare lo sforzo della proposta: scelgano liberamente per quali attività chiedere il contributo ma cerchino di articolarla autonomamente, che facciano capire cosa, come e perchè si fa al di fuori del solito schemino. E abbiano magari il coraggio e la fantasia di sperimentare progetti nuovi. Dopotutto, questo – per quanto a pagamento – è uno strumento di autonomia e potrebbe essere sfruttato un po’ meglio. Per esempio si potrebbe fare un progetto per realizzare un orto o un giardino in quegli spazi tristi e grigi su cui si affacciano i corridoi della scuola. Abbelliamo la scuola, con l’aiuto di un esperto esterno, un giardiniere, un vivaista, un’associazione di volontariato del settore (Orti Urbani, Campagna Amica). Sarà così difficile?
      glupo

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  5. Cara Grazia, rispondo alla tua domanda sul bando per la mensa.
    Le scuole a Roma hanno due tipi di gestioni, una gestione diretta dal Comune una gestione diretta dalla Scuola. Nel secondo caso si parla di mense autogestite. La nostra è una di queste. A queste mense, ora, il Comune ha chiesto di pagarsi il bando!!!!!!! Chiaro?
    Ecco come ci si occupa della scuola.
    Ora c'è chi dice che si chiederà alle ditte vincitrici del bando di "restituire" questi soldi alla scuola. Insomma la patata bollente passa di mano in mano, purtroppo!!!!
    Ad ogni modo se la scuola dovesse vedersi tornati da qualcuno, un giorno, i soldi di questo bando, o se dovesse spendere meno per lo stesso, ecc. non ci saranno problemi perché quei soldi si è convenuto che torneranno ad essere spendibili sulla voce di bilancio da cui sono usciti, come residui mensa sui quali si è accettato che la componente genitori di questa scuola abbia voce in capitolo.

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